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Lo straniero, l’autobus e l’orecchino di perla

Lo straniero, l’autobus e l’orecchino di perla

matrimonio orecchini (2)

Quando li ho scelti  il gioielliere deve essere rimasto un pochino deluso: tra i tanti orecchini di perla che si era affannato a mettere sul bancone ho scelto i più semplici e meno costosi. Regalo della suocera facevano pendant con il filo di perle regalato dal papà. Li ho messi poche, pochissime volte: per il mio matrimonio e per quelli di amici e parenti. Non fosse per un matrimonio a cui sono stata qualche settimana fa gli orecchini in questione sarebbero nella loro bella scatolina e questo post non mi sarebbe neppure venuto in mente.

Non che io sia tradizionalista però gli orecchini di perla vorrei regalarli alle mie figlie…che se li giocheranno ai dadi o faranno un mese per una. Se questo simbolico passaggio di consegne sarà possibile lo dovranno anche ad uno sconosciuto incontrato sull’autobus, un magrebino per essere precisi, probabilmente un muratore. Persa in mille pensieri giocherellavo con il mio orecchino di perla, quando all’improvviso una perla è cascata. L’ho sentita rimbalzare sul pavimento dell’autobus e immediatamente ho iniziato a cercarla, mentre gli altri passeggeri non capendo cosa fosse successo apparivano infastiditi da quel mio muovermi in stile talpa tra i sedili. Avevo ormai dato la perla per persa, quando, come in una favola (perdonate l’iperbole) è apparso lui: il muratore magrebino. Rapido ha raccolto la perla, che si era pericolosamente fermata in bilico sui gradini d’uscita, e me l’ha riconsegnata. L’ho ringraziato e , tra un grazie el’altro, gli ho spiegato che li avevo indossati per il matrimonio.

Le perle sono state, spero magistralmente, riattaccate da un’orafo e salvo scherzi del destino, potrò farne dono in futuro alle piccole selvagge. Insieme agli orecchini naturalmente riceveranno anche questa piccola storia. Spero che per loro il fatto che l’eroe sia stato un muratore magrebino non abbia alcun significato: vorrà dire che lo stereotipo dello straniero pericoloso sarà stato superato. Se così non fosse  spero si  ricordino, vedendo lo spacciatore sotto casa ( eh sì, magrebino pure lui), che “buoni” e “cattivi” non hanno nazionalità, tranne nei film western e nelle raffigurazioni stereotipate al punto da essere pittoresche, di chi si nutre della paura dello straniero.

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