Incredulità
Qualche giorno dopo lo scoppio della guerra, ad una riunione di noviziato, abbiamo chiesto ai ragazzi come si sentissero di fronte a questa tragedia. Hanno 16 anni, sono brillanti, allegri, capaci di riflessioni profonde e critiche pungenti. Possiedono una massiccia dose di autoironia e autoriflessività.
Se abbiamo fatto loro una simile domanda non era certo per impelagarci in disamine geopolitiche o in infiniti, quanto affascinanti, dibattiti filosofici. L’intenzione era semplicemente quella di permettere loro di esprimere sentimenti e stati d’animo davanti a una guerra che si sta consumando alle porte dell’Europa.
C’è un’espressione che è stata pronunciata più di altre: ripensando al momento in cui sullo schermo del loro smartphone è apparsa la notizia dell’invasione, tutti hanno detto “non ci potevo credere“.
A differenza dei bambini, sanno perfettamente che nel mondo ci sono decine di conflitti in corso. Sono abbastanza grandi da chiedersi perchè questa faccia più notizia delle altre e anche perchè susciti in loro sentimenti e sensazioni più forti e vive.
Si sentono un po’ in colpa per non “empatizzare” allo stesso modo con le vittime di tutte le guerre. E possiedono teste abbastanza ben fatte per azzardare una risposta sul perchè di questa differenza, che non trovano “giusta” ma che non sono così ipocriti da negare. E la risposta si condensa, ripensandoci, nella loro incredulità.
Ancora non hanno studiato le guerre del’900 ma sanno che sono state sanguinose e devastanti. Del secondo conflitto mondiale hanno sentito parlare durante le tante giornate della memoria, nei romanzi, nelle graphic novel. Hanno visto documentari, film, serie tv. Vedono tracce delle guerre del’900 nelle lapidi e nelle targhe sparse per le strade della città. Quasi tutti sono stati, almeno una volta, a Monte Sole. Alcuni hanno nonni sufficientemente anziani da ricordare gli anni tra il ‘43 e il ‘45.
Credo che tutto ciò sia alla base della loro incredulità. La guerra fino a qualche giorno prima era qualcosa di lontano nel tempo o almeno nello spazio.
Poi una mattina si sono svegliati e l’hanno trovata vicina, non sotto casa certo, ma comunque alle porte del loro mondo.
I media hanno sbattuto sotto i loro occhi una guerra in Europa e Tik Tok li ha messi davanti ad un’altra verità, forse ancora più difficile da accettare: quella guerra stava cambiando la vita a coetanei con cui condividono tempo e interessi, dai tutorial ai giochi online, dalla passione per i manga all’impegno ambientalista. È tutto ciò è apparso incredibile, qualsiasi sfumatura si voglia attribuire al termine.
Questa incredulità assomiglia moltissimo a quella provata dalla mia generazione di fronte ai conflitti nei Balcani degli anni’90. Al netto di ogni paragone storico, che sarebbe inopportuno, sbagliato e azzardato, guardavamo a quella guerra come a qualcosa di incredibile. Per noi cresciuti con un miscuglio di Anna Frank, Se questo è un uomo, racconti dei nonni, Guccini, De Andrè e Conan il ragazzo del futuro una guerra sotto casa era semplicemente impensabile.
Non avevamo i social a connettere le nostre vite con quelle dei coetanei dall’altra parte dell’Adriatico, ma il massacro di Sebrenica e l’assedio di Sarajevo erano cose che i grandi ci avevano assicurato non sarebbero successe più , non a due passi da noi almeno.
Nell’incredulità e nel desiderio di capire dei noviz ho rivisto il mio. E non posso che ringraziarli per aver condiviso il loro essere increduli. Questa incredulità porta con sè qualcosa di sano. Assomiglia a quel “ci siete andati a scuola” messo nero su bianco dai bambini delle elementari e al “le guerre erano una cosa che c’erano prima”, certezza di S dall’alto dei suoi 6 anni.
L’incredulità non ha nulla a che fare con i negazionismi e i complottismi all’ultima moda. Può essere, invece, il primo passo verso una maggiore consapevolezza, quella di appartenere a un’unica umanità che sembra troppo spesso dimenticare o ignorare di proposito gli insegnamenti della storia.
Esatto, hai messo il dito nella piaga! Mi sono sentita così anche io, benché sia più vecchia di un ragazzino delle medie o delle superiori.
Intanto sto facendo la mia parte come meglio posso perché a differenza delle altre guerre lontane qui anvje la possibilità di dare una mano è appunto più concreta.
E poi si tenta di capire e di spiegare per quel che si può ai bambini cosa st succedendo e perché ci si senti così…
Il tuo post mi fa sentire meno sola davvero.
L’incredulità di quei sedicenni è anche la mia, nonostante di guerre ne abbia sentito parlare, dagli anni 70 in poi. Credevo che un continente evoluto (apparentemente?) come l’Europa, non si sarebbe più trovato a fare delle guerre come queste, per la conquista di territori e materie prime. Mi sembrano le guerre del passato, le invasioni studiate sui libri di storia e mi pare inaudito… come dice quel bambino di 6 anni “le guerre erano una cosa che c’erano prima” e adesso non me lo aspettavo. Non so, forse pensavo che gli uomini avessero capito. E poi.. dopo tutte le chiusure, quello che abbiamo rischiato e passato con la pandemia.. davvero mi viende da avere poca fiducia nel genere umano, che sia umano e che impari ad apprezzare le cose veramente importanti, a rispettare la vita, le persone, quello che hanno costruito e la terra.
Davvero si fa fatica ad ammettere che stia succedendo di nuovo. Che strana specie siamo noi umani…
Questo post è bellissimo da leggere , scuote gli animi e l’empatia di tutti noi, non sono lei più piccoli!
È proprio la sensazione che provo e ho provato anche io, eppure di anni ne ho parecchi in più. I primi giorni mi pareva davvero impossibile, una guerra alle porte dell’Europa nel 2022, tra paesi “civili”… almeno sulla carta. Perdo sempre più la fiducia nel genere umano e purtroppo, è una cosa che proprio non mi piace. Ma cavolo, la storia non ci ha insegnato nulla! 😔😔