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10 ottobre, l’elefante rosa in giro per casa

10 ottobre, l’elefante rosa in giro per casa

Oggi è il 10 ottobre. Oggi è uno di quei giorni  in cui l’elefante non ne vuol sapere di stare sotto al tappetto del salotto. E così, me lo ritrovo a gironzolare per casa con un faccino vispo e gli occhioni furbi da piccola Masha (si, quella del cartone animato) mora.

Oggi è il 10 ottobre, una data che dal 14 febbraio al 6 agosto di sei anni fa, è stata scritta alla voce DPP della mia cartella clinica. Il 10 ottobre sarebbe dovuto essere il giorno X. Forse lei sarebbe stata già a casa con noi da qualche tempo o forse sarebbero iniziate le operazioni di sfratto dalla mia pancia. Non posso saperlo. Ma è bello immaginarlo. L’immaginazione, in fin dei conti, permette di “vivere” ciò che non è, senza dimenticarsi che non è.

E così, visto che potrebbe essere il suo compleanno, lascio che l’elefantina vaghi per casa. Immagino che stamattina sia uscita per andare a scuola con dei dolcetti sottobraccio da offrire ai suoi compagni. Immagino che scenda dal bus della scuola raggiante con in mano una quantità imbarazzante di fogli e foglietti disegnati dai nuovi amici della prima elementare. Immagino che mi parli a raffica della sua imminente festa di compleanno, della torta e di tutte quelle cose lì.

Non credevo potesse succedere, ma l’elefantina mi sta strappando un sorriso. Non una risata, ma un sorriso amaro e dolce insieme. Mi chiedo come sarebbe, come vorrebbe vestirsi. Sarebbe vanitosa o allergica al pettine? Nuotatrice o ballerina? Timida? Amante dei libri? Preferirebbe le bambole, i Lego, o entrambi? Snobberebbe o amerebbe la cucina giocattolo che gli altri tre hanno praticamente distrutto? Sarebbe una fan del dolce come il papà o preferirebbe il salato come me?

L’immaginare è dolce. Il non poter sapere resterà amaro. 

Stasera, probabilmente l’elefantina tornerà in salotto, sotto il tappetto. Stasera però, sapere che c’è, farà bene al cuore. Anche se non cambierà la realtà. E avrei preferito una piccola peste con cui litigare e far pace ad un elefante rosa in soggiorno.

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