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A,b,c di questa strana clausura

A,b,c di questa strana clausura

Consigli, vademecum, tutorial. In questi giorni è un pullulare di “decaloghi” di comportamento, da quelli ufficiali che andrebbero seguiti rigorosamente, a quelli improvvisati e fai da te su qualsiasi argomento dello scibile umano. Mi perdonerete se non ho resistito alla tentazione e ho compilato anch’io il mio vademecum a uso rigorosamente interno.

A come Ansia

Se avrete la bontà di arrivare alla fine di questo post scoprirete che la maggior parte delle cose che vi sono scritte derivano dall’ansia, quella in senso stretto e quella in senso lato. Perchè non so voi ma io l’ansia la sto sperimentando di brutto: mi sento minacciata dall’andamento dell’epidemia, dalla permanenza forzata in casa, dalle preoccupazioni per il futuro e da una serie di altre cose che l’emergenza ha messo in standby ma non cancellato.

B come Buoni propositi e Balcone

Buoni propositi

Ogni mattina compilo una lista di buoni propositi: mangiare sano, leggere e studiare di più, imporre una routine regolare alle ragazze, trascorrere meno tempo su Facebook. Poi mi ricordo che stiamo attraversando una situazione di emergenza e mi autoassolvo dal non riuscire a tenere fede ad essi.

Balcone

Balcone

Nei momenti di maggior sconforto (o quando voglio scappare dalle liti tra sorelle) mi rifugio in balcone. Guardo le mie erbe aromatiche, sempre più vicine ai sacchi della differenziata, e alimento la mia autostima complimentandomi con me stessa per aver comprato bulbi e piante fiorite. Il balcone, inoltre, si sta rivelando, una piattaforma indispensabile per comunicare con i vicini. Compresi quelli che non avevo mai filato prima. I flash mob, invece, quelli no, ancora non li reggo. Ma non si può mica smettere di essere a socialità limitata tutto in una volta.

C come cortile condominiale,cucinare, cavalletto, colla

Cortile condominiale

Mai prima di adesso ho apprezzato cosi tanto il nostro minuscolo cortile condominiale: un fazzoletto di terra, curato amorevolmente da due signore e diverse studentesse del palazzo. Diciamo che è diventato l’area “gioco all’aperto” del trio. Il cielo abbia in gloria i vicini che non si lamentano per il rumore irrimediabilmente prodotto dal gioco, dalla palla e dalle risate. Cari vicini, se alla fine di quest’esperienza avrò conservato un briciolo di senno (non che prima abbondasse), lo dovrò anche a voi!

Cucinare

La sindrome di Nonna Papera mi ha salvato in altre situazioni e mi aiuterà anche in questa. In deroga alla dieta del maritozzo: io cucino, cucino, cucino! Cucino da sola e con i bambini. Impasto, friggo, pasticcio. E mangio! A questo punto non posso che ringraziare la genetica che mi ha dato in dono il metabolismo del papà! (Per favore astenetevi dal pronunciare la parola colesterolo che mi rovinate l’idilio)

Cavalletto

Se esiste un malanno o un fenomeno sociologico associato all’acquisto di prodotti in offerta, sappiate che, seppur in forma lieve, ne soffro. Tempo fa, ad esempio, ho comprato un bastone da selfie (giammai, anzi no, giaquasimai) che funge anche da cavalletto da tavolo. Ebbene: visto il proliferare di videochat figliesche, l’inutile oggetto sta salvando il mio telefono da un numero non esattamente calcolabile di incidenti. Giuro che se mi venisse in mente di cimentarmi in una qualsiasi forma di apparizione in video, mi autocensurerò, per il bene mio e della collettività.

Colla

C’è un gran discorrere su quali lezioni lascerà in noi il Coronavirus. Ebbene, io ho capito dove va a finire la colla che i bambini del primo anno della primaria sembrano far svanire nel nulla.

D come dubbi

Ogni tanto mi perdo a inseguire i miei dubbi. E credetemi ne ho tanti, alcuni , dettati proprio da questa quarantena. Ad esempio: “è giusto fingersi morti quando i figli litigano? “; “meglio vestirsi o stare in piagiama?”, “apprezzo o no la messa in streaming?”, “cosa farò da grande?”; “ne usciremo più solidali o più diffidenti?”

E come Entropia

La parola entropia è l’unica che mi ricordo della chimica (o era fisica?) studiata al liceo. Ho sempre considerato questo termine,così figo, come una specie di sinonimo di “disordine”e ora mi torna utile. Casa mia tende alla massima entropia ( e stavolta, almeno, ho la scusa della permanenza forzata a casa di quattro membri della famiglia su cinque)

F come Friggere

“…se sono d’umor nero, allora friggo e friggendo mi consolo”. Questa (mi perdoni il maestrone per l’ignobile storpiatura tratta dai suoi versi) è da anni una delle mie massime.E va da sè che sta tornando utile anche stavolta. (Sempre in colpevole deroga alla dieta del maritozzo)

G come giocare

Era da un sacco che non giocavo a palla avvelenata con il trio. A Carcassone, invece, continuo a perdere. Io odio i giochi di strategia!

H come ancora non lo so

I come impastare e Ironia

Impastare

I come impastare, anzi no, I come impastare come se non ci fosse un domani! Insomma, finchè c’è farina c’è speranza!

Ironia

Ognuno ha le sue armi per difendesi o cercare di difendersi dai correlati di ciò che sta accadendo. C’è chi spinge sul moralismo, chi sulla razionalità di numeri e dati e chi condivide compulsivamente informazioni di ogni tipo. Io faccio appello all’ironia e all’autoironia cercando di non cadere nel sarcasmo. Non che mi riesca ma ci provo e chiedo scusa se a volte può apparire fuoriluogo.

L come Litigare e lasciar litigare

Litigare online

Litigare (la D di discutere animatamente era già occupata da dubbi) può avere un effetto rilassante. Ci sono però delle regole da seguire: bisogna scegliere un amico o un’amica dotato di ironia e verve polemica; monitorarlo sui social e aspettare che posti qualcosa che ci dà veramente fastidio. A questo punto è sufficiente ingaggiare una polemica senza esclusione di teorie filosofiche e riferimenti ai massimi sistemi. In caso di necessità, la diatriba può traslocare su whatsapp. Ovviamente il tutto deve concludersi con occhiolino e bacino.

Lasciar litigare

Pedagogicamente corretto o no: ho deciso di seguire la via della neutralità. In questa fase emergenziale riconosco alla prole il fondamentale diritto di litigare e mi riservo di intervenire solo in caso di spargimento di sangue.

M come mascherine

In questi tempi grigi, le mascherine sono comparse a coprire praticamente tutti i nostri visi, non appena si deve o si desidera mettere il naso fuori dai confini domestici. Ebbene, il nostro sgabuzzino, luogo pericoloso vista la precaria sistemazione degli oggetti al suo interno, nascondeva ben quattro mascherine da chirurgo. Ancora non ho capito come e quando siano state introdotte a casa nostra, ma ritengo sia saggio indossarla per ogni piccola evasione.

N come No

“No, non puoi stressare tua sorella h24”. “No, non puoi venire a fare la spesa con me”. “No, non puoi invitare Pierino a giocare con te”. “No, il giro in bici meglio di no”. “No, non lo so se il 3 aprile si torna a scuola”. E il primo che pontifica sulle incapacità genitoriali della nostra generazione, fulmine lo colga!

O come ancora non lo so

P come proposte

Nei momenti di crisi ognuno dovrebbe contribuire con qualche buona proposta al bene del paese. Io, ad esempio, ho proposto il mantenimento di cinque metri di distanza minima, calcolati sull’ombra più lunga della giornata, tra gli ombrelloni su tutte le spiagge da qui all’eternità. Pare sia stata approvata da tutti gli amanti della tintarella a socialità ridotta.

Q come Quelo

Visti i dubbi del punto D, non mi resta che affidarmi a Quelo, unico e vero mentore della mia generazione. “La risposta è dentro di te, epperó è sbagliata!”

R come Rissa

Non so come vadano le cose a casa vostra, ma qui non è esclusa la rissa fraterna o sorellica. In caso, ricorrerò a metodi prima rigettati con forza. Tipo: cartoni come se piovesse, merendine fuori orario e minacce scarsamente credibili.

S come Smartphone, spazzatura e spesa.

Smartphone

Ode all’inventore dello smartphone. Eh sì, perché questo manufatto contemporaneo si sta rivelando molto più utile di quanto avessi pensato. Certo, rischia di provocare dipendenza ma per ora permette di comunicare con gli amici e cazzeggiare quel tanto che basta a non pensare troppo. Lo confesso: ne ho sdoganato l’uso anche al trio! Videochiamata di gruppo tra seienni che si parlano sopra come a un pranzo con i parenti? Si! Video lezione di inglese con canzoncine che non impareranno mai? Si! Videoallenamento? Si! Giochini? Mo’ non esageriamo!

Spesa e spazzatura

Non lo nego: spesa e spazzatura sono due ottimi pretesti per abbandonare le mura domestiche. E evitare crisi familiari. Ho abbandonato l’idea diabolica di scordarmi apposta di comprare qualcosa (tanto sono stordita di mio) ma al bidone un po’ più lontano non rinuncio. In solitudine, ovviamente.

T come tolleranza

Credo che la contingenza richieda tolleranza. E siccome trovo intolleranti coloro che insultano chi non rinuncia alla corsetta in solitaria, ho deciso di mettere nero su bianco alcune cose verso cui dovrei mostrare maggiore tolleranza. Dunque: mi asterrò da qualsiasi commento sulla moltiplicazione dei flash mob e pure sull’abuso delle chat. Potrei anche giungere a mostrarmi tollerante con il maritozzo che gioca a Candy Crush, mentre asserisce di leggere qualcosa che cambierà le sorti dell’umanità.

U come urlare

Temo dovrò accettare la mia tendenza ad urlare. Non ce la faccio proprio al trattenermi dall’alzare la voce alla milionesima volta in cui pronuncio frasi del tipo “ lavati!”,”studia”, “rifai il letto!“. Ovviamente, il top resta il “non urlare” udibile a tre isolati di distanza.

V come vedremo

Non ce la faccio proprio a dire “andrà tutto bene”. Ad ogni domanda a cui non posso rispondere con certezza, rispondo “vedremo” o, se proprio devo o voglio infondere ottimismo, “speriamo”.

Z (si accettano suggerimenti)

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