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I tre briganti, il classico di Tomi Ungerer

I tre briganti, il classico di Tomi Ungerer

Il selvaggio ha imparato a leggere e così ha iniziato a trascorrere parte del suo tempo in casa con un libro in mano. Come per le sorelle, i primi passi nella lettura autonoma sono stati un’occasione per riscoprire e rispolverare i tanti albi illustrati, letti e riletti ad alta voce negli anni scorsi. E così, ieri, durante un incontro a distanza con le maestre e un piccolo gruppo di compagni, ha deciso di leggere agli altri I Tre Briganti, il più noto tra gli albi per bambini firmati da Tomi Ungerer. La lettura è stata prima accompagnata e poi sostituita dalle immagini mostrate attraverso lo schermo.

La prima edizione de I Tre Briganti risale al 1963. Noi abbiamo l’edizione del 2015 edita da Nord-Sud edizioni. La storia inizia con le scorribande di tre feroci briganti, “vestiti di larghi mantelli neri e alti cappelli neri”. Come tutti i briganti che si rispettino, i tre protagonisti dell’albo passano le loro notti a mettere paura alla gente e derubare gli ignari passeggeri delle carrozze che incontrano lungo il loro cammino. La tiritera cambia quando a bordo di una carrozza trovano Tiffany, una bimba orfana e bionda, che non ne voleva sapere di andare a vivere con una vecchia zia. Sarà lei, dotata di infantile curiosità e di un discreto spirito imprenditoriale, a condurre i tre briganti verso un lieto finale. Finale a dire il vero privo di pentimento ma estremamente generoso e colmo di riscatto.

Il selvaggio legge I Tre Briganti

Le illustrazioni lasciano poco spazio al bianco delle pagine vuote e i colori accompagnano il racconto. I toni cupi e il buio delle pagine inziali vengono interrotti dal giallo all’apparire di Tiffany per lasciare poi spazio al rosso e alle tonalità pastello.

Il film

Dal libro, nel 2007, è stato tratto un lungometraggio. Sullo schermo ai personaggi del libro si aggiunge la cattivissima direttrice di un’orfanotrofio che costringe gli orfani a lavorare in una piantaggione di barbabietole. Tiffany pur di non finire sotto le sue grinfie fingerà di essere la figlia di un ricco maharaja. Il bluff funzionerà per un po’, quel tanto che basta a convincere i briganti a cambiare il destino dei malcapitati orfani.

Il museo

Tomi Ungerer, classe 1931, è morto il 9 febbraio dello scorso anno. Nel 2002 gli era stato conferito il premio Andersen Per essere uno degli indiscutibili maestri della grafica internazionale, per la versatilità alta e fervida della sua attività artistica, per aver contribuito a rinnovare, già dagli anni ‘6o, la concezione dell’albo illustrato per l’infanzia“. Strasburgo nel 2007 gli ha dedicato un intero museo. Si tratta di un’esposizione permanente in cui trovano spazio i disegni dei libri per l’infanzia, i disegni pubblicitari e quelli satirici. Nella sezione dedicata agli albi illustrati sono esposti anche alcuni degli oltre 6.000 giocattoli della sua collezione privata. Quando l’ho detto alle donzelle, hanno convenuto con me che si tratti di un altro valido motivo per tornare in Alsazia.

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