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Postumia: la grotta del drago e il castello nella roccia

Postumia: la grotta del drago e il castello nella roccia

Non conoscevo l’esistenza di Postumia fino a quando non abbiamo programmato la nostra mini vacanza a Budapest. Postumia, infatti, è più o meno a mezza via tra Bologna e la capitale ungherese e così abbiamo accolto il suggerimento di chi c’era già stato per trascorrere poco più di mezza giornata per scoprire le grotte e il castello di Postumia.

Il biglietto cumulativo per visitare queste due attrazioni turistiche costa 35,70 euro per gli adulti, 21, 40 per i bambini dai 5 ai 15 anni e 2 euro per i più piccoli. Pur costosa, la visita si è rivelata interessante e suggestiva. Il nostro tour è partito dalla grotta del drago, cavità carsica scoperte nel 1818, aperte al pubblico nel 1819 e visitabili grazie ad una ferrovia interna dal lontano 1872. La visita, infatti, inizia a bordo di un trenino su cui si percorrono due chilometri tra grandi sale e stretti corridoi fino al Grande Monte, dove comincia il percorso a piedi, agevole e adatto anche ai bambini. Scesi dal treno, basta una breve salita, per immergersi tra stallatiti, stalagmiti, gigantesche colonne e altre meraviglie della natura, la cui origine ci riporta indietro di milioni di anni.  E così, lasciando vagare lo sguardo e la fantasia si può assaporare un piccolo assaggio degli oltre 20 km di caverne e gallerie che compongono la grotta. La grotta vecchia è unita alle Grotte Belle da un piccolo ponte che sorge nello stesso punto in cui fu costruito il “ponte russo” durante la prima guerra mondiale. A questo punto non si può non rimanere incantati dalla Sala degli spaghetti che deve il suo nome alle sottili formazioni di calcite, quasi trasparenti, che pendono dal soffitto. Non c’è grotta o quasi che non mi faccia tornare in mente Verne, sensazione che ho provato anche nella Sala Bianca dove si erge una colonna di 5 metri, il Brillante, simbolo di queste splendide grotte.

Come suggerisce il nome popolare della grotta, nelle acque di questa cavità vive un drago, o meglio tanti piccoli draghi. Gli scienziati stimano che nella grotta vivano 150 specie animali, ma la presenza più famosa è quella del proteo, un anfibio che si può vedere in una vasca vicina alla fine del percorso turistico. Il proteo è l’unico vertebrato a vivere nelle acque buie della grotta, è totalmente cieco e può non mangiare per molti anni. Detto anche “pesciolino umano” per il colore della sua pelle, il proteo è piuttosto longevo e può vivere fino a 100 anni.

Il percorso all’interno della grotta obbliga a spostare lo sguardo da una concrezione policrama all’altra, almeno fino al momento di risalire sul trenino che conduce all’uscita. Gli amanti della musica non potranno non immaginare lo spettacolo che andava in scena nella Sala dei Concerti, in cui si esibì anche Pietro Mascagni, accompagnato dall’orchestra di Trieste. Con un po’ di fantasia si possono udire le note della sua Cavalleria Rusticana.

L’accesso alla grotta è consentito solo con l’accompagnamento di una guida. La visita dura circa un’ora e mezzo. La temperatura interna oscilla tra gli 8 e i 10 gradi ed è quindi utile, se la si visita durante la bella stagione, avere con se una felpa o una giacca impermeabile.

Lasciata la magia delle grotte abbiamo raggiunto il castello di Predjama per un affascinante salto nel medioevo. Incastonato nella roccia, il fortilizio è stato edificato sopra un groviglio di rocce e non potrà non conquistare lo sguardo e la fantasia. Durante la visita sentirete spesso il suono di una campana, qualche secolo fa lo scampanellio indicava un imminente attacco delle forze nemiche, voi però non preoccupatevi: tra i turisti gira voce che favorisca l’avverarsi di un desiderio.

Armati della amata-odiata audioguida, abbiamo esplorato il castello e scoperto la figura, leggendaria ma pure un po’ sfigata, di Erasmo, il più noto tra i suoi abitanti. Nel quindicesimo secolo, il cavaliere Erasmo resistette per oltre un anno ad un assedio nemico per poi essere fatto fuori, complice un servo traditore,  mentre si trovava alla toilette (che all’epoca rispondeva al meno nobile nome di latrina).

Le pareti del castello si appoggiano su una montagna attraversata da un labirinto di grotte e la linea di demarcazione tra l’opera della natura e quella dell’uomo a tratti appare sottile. I costruttori dell’epoca hanno giocato di ingegno, e i segni della loro astuzia sono visibili quasi ad ogni passo. Lungo la grotta correva un lungo un passaggio segreto e un intricato sistema di grotte che Erasmo e i suoi utilizzarono a lungo per beffare il nemico. Come ogni castello che si rispetti, il castello di Predjama custodisce misteri che hanno attirato persino una troupe di Discovery Channel. Se ai fantasmi preferite i panorami, non scordate di affacciarvi dalle finestre e dalle terrazze da cui si può ammirare uno splendido scorcio della valle. Uno dei pezzi forti della visita è la parte più antica del maniero, dove veniva raccolta l’acqua potabile e da cui parte la galleria che permetteva al Robin Hood sloveno, eroe per alcuni, farabutto per altri, di raggiungere un vicino villaggio. Ovviamente le gnome smaniavano dalla voglia di avventurarsi in questo impervio passaggio, ma dovranno attendere ancora qualche anno. Se dovessimo trovarci a passare nuovamente nei pressi di questo castello, lo faremo tra maggio e settembre, quando è possibile visitare la grotta sottostante e magari imbattersi nella colonia di pipistrelli che la popolano.

 

 

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