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Real, il bassotto e Zia Sergunta, un’amicizia in CAA. Dialogo con la traduttrice Stefania Pessina

Real, il bassotto e Zia Sergunta, un’amicizia in CAA. Dialogo con la traduttrice Stefania Pessina

Real è un gatto. Puffo un bassotto. Quando i due si ritroveranno a dover convivere sotto lo stesso tetto, quello di Zia Sergunta, non mancheranno dispetti e litigi. Riusciranno a trovare un’accordo per affrontare insieme questa convivenza forzata? Puffo e Real diventeranno amici o saranno destinati a guardarsi eternamente in cagnesco, come “cane e gatto”?

Se siete curiosi non vi resta che leggere Real, il bassotto e Zia Sergunta, scritto da Ilaria Goffo e illustrato da Julitos Koba. Dopo aver pubblicato il libro in Italiano e in inglese, la casa editrice ha deciso di pubblicarne una terza edizione con traduzione in CAA, acronimo di Comunicazione Aumentativa e Alternativa. La traduzione è stata affidata a Stefania Pessina.

Stefania, Real il bassotto e Zia Sergunta è un libro che parla di amicizia e accettazione dell’altro. Come è nata l’idea di tradurlo in CAA?

La casa editrice Lombrellomatto parlava da tempo su instagram di voler allargare il proprio catalogo di libri verso l’inglese, il braille e la caa. Così la contattai proponendomi come traduttrice in simboli avendo fatto due corsi ed essendo sempre stata molto affascinata dai diversi tipi di comunicazione, già dai tempi dell’università. La mia tesi riguarda infatti le metodologie alternative di insegnamento di una lingua straniera e due anni fa, dopo un corso di libri tattili, ho vinto, alla mia prima partecipazione, il concorso nazionale di editoria tattile “Tocca a te” nella categoria primissima infanzia con “Grande Gatto e piccolo gatto”, un libro tattile con una storia in rima in nero e in braille.

Perché avete scelto proprio Real, il bassotto e Zia Sergunta?

La scelta di tradurre questo libro è venuta dalla casa editrice che voleva proporre ai lettori una stessa storia in diverse versioni. Dopo l’uscita di Real in italiano seguì infatti la versione in inglese. Venne anche prodotto un video di questa storia nella lingua dei segni ed ora è uscita la versione in simboli

Quale sistema di simboli hai scelto per la traduzione del libro e perché?

Per la traduzione di Real ho scelto i simboli Widgit, che è uno dei sistemi di simboli, non l’unico. I simboli Widgit sono simboli usati in tutto il mondo, permettono la traduzione di qualsiasi parola, ossia non solo quella evidente, di facile comprensione e rappresentazione (come gli oggetti, la mela, il cane, la casa, …) ma anche le parole che non hanno un significato proprio come gli articoli, le preposizioni. È una simbologia completa, che permette quindi una migliore traduzione.I simboli Widgit vantano un vocabolario di oltre 10.000 simboli in continuo aumento, adattati a 17 lingue diverse.

Perché si parla di traduzione?

Si parla di traduzione come si parla di traduzione quando abbiamo un testo che dall’italiano viene tradotto in un’altra lingua. La scrittura in simboli è un modo di comunicare, come lo è la lingua, la mimica, la lingua dei segni, il braille.Si parla quindi di traduzione perché il testo viene solitamente scritto in italiano e poi tradotto in simboli e come per ogni tipologia di traduzione c’è bisogno di adattare, di modificare, di aggiustare la frase, le parole, il senso.

Real, il Bassotto e zia Sergunta. Di Ilaria Goffo. Illustrazioni Julitos Koba. Traduzione in CAA di Stefania Pessina.

Facciamo un passo indietro, cos’è la CAA e come la spiegheresti a chi non ne ha mai sentito parlare?

La CAA è un insieme di metodi, di strategie, di strumenti utilizzati per aumentare la comunicazione in chi ha delle disabilità o difficoltà a comunicare con il linguaggio. Si parla quindi di Comunicaizone Alternativa, perché è un qualcosa di alternativo rispetto alla comunicazione “classica” verbale (e scritta) ed è Aumentativa perché non va a sostituirsi alle altre forme di comunicazione o al linguaggio ma si aggiunge. Quando comunichiamo, di solito lo facciamo non solo con il linguaggio ma anche con l’espressione del viso, con i gesti…tutto il corpo comunica.C’è poi la comunicazione attraverso il tatto per le persone cieche o ipovedenti. Pensiamo al braille e ai libri tattili. C’è la lingua dei segni per le persone con disabilità uditiva. Ecco…la scrittura in simboli si aggiunge a tutto questo. Dove non riesco in un modo, posso farcela in un altro modo.

Qual è la funzione della scrittura in simboli?

Il concetto è questo per me: la scrittura in simboli deve essere vista come un mezzo in più, un modo diverso per leggere e comunicare, non necessariamente rivolto solo ai bambini con disabilità verbale, ad esempio i bambini autistici, ma adatto anche alle persone anziane, a chi, per diversi motivi, non può parlare, anche temporaneamente come per esempio le persone intubate.

Ci sono anche altri ambiti di utilizzo?

Sicuramente! La scrittura in simboli può essere utilizzata non solo in campo “medicale” ma anche in ambito educativo nell’insegnamento di una lingua straniera o dell’italiano per gli stranieri. E, ancora, può essere utilizzata con i bambini in età prescolare che non sanno ancora leggere ma che, grazie a questi libri in simboli, possono avvicinarsi alla lettura in modo autonomo.

Il progetto della casa editrice Lombrellomatto è quello di offrire “libri alternativi”. Cosa significa?

Libri alternativi vuol dire libri in più. Non tutti i bambini amano leggere i romanzi. Esistono infatti anche i fumetti, gli albi illustrati, i diari. Sono tutti generi, libri diversi, che possono andar bene per molto ma non per tutti. L’obiettivo di questo progetto è quello di aumentare il numero di libri in simboli sul mercato e di aumentarne la conoscenza insieme alla consapevolezza che la lettura va spronata non obbligando i bambini a leggere un libro piuttosto che un altro ma spronandoli a trovare e a seguire i propri gusti.

Questi libri, quindi, si inseriscono in un più vasto progetto di promozione della lettura…

Se l’obiettivo è quello che i bambini leggano, allora lasciamoli scegliere la tipologia che preferiscono, no? Sarà solo con il tempo che poi spazieranno nei diversi “settori” alla ricerca di qualcos’altro che possa piacere. Più tipologie di libri ci sono, e più è probabile che ciascuno di noi trovi almeno un libro adatto a sé.

La scrittura in simboli si accompagna a quella “tradizionale”. Quali sono i vantaggi offerti da questo accostamento?

È possibile avere un testo anche solo in simboli ma se alcuni simboli sono di ovvia comprensione, ci sono invece altri simboli che sono più complessi. Il testo “tradizione” accompagna così il simbolo e stimola il piccolo lettore ad associare il simbolo al suono e alla parola scritta.

Solitamente sentiamo parlare di CAA come strumento per i bambini con disturbi dello spettro autistico. Perché?

Perché la CAA è nata proprio per venire in aiuto a quelle persone che presentano una disabilità verbale.

In quali altri ambiti può essere usato l’accostamento immagine-parola e perché?

Come dicevo prima la scrittura in simboli è un metodo di comunicazione alternativo, che non va chiuso all’ambito “medicale”. Penso ai tempi in cui andavo al liceo: usavano accostare alla parola alla relativa immagine per imparare i vocaboli in tedesco. Parliamo di 30 anni ma, se ci guardiamo attorno, possiamo trovare simboli ovunque che “stanno al posto” di un concetto o di una frase. Pensiamo ai cartelli stradali: sono simboli con un significato ben preciso. Quindi come vedi la scrittura in simboli non è in realtà qualcosa di nuovo. Nuovo è l’ambito o forse sarebbe più giusto dire che si è ingrandito il campo di applicazione della scrittura in simboli.

Si tratta dello stesso meccanismo di cui ci serviamo quando all’estero associamo l tipo di negozio, di cui non conosciamo il nome, all’immagine sull’insegna?

In un certo senso sì: il simbolo sta al posto di una parola, ma anche di un concetto o di un’intera frase. Il cartello dell’uscita di emergenza rappresenta più di una parola: ci dice che in caso di necessità, bisogna seguire quel cartello ed uscire da lì.E i simboli sono internazionali, simboli essi stessi di inclusione a 360°.I libri in simboli vogliono così essere simbolo di inclusione, vogliono essere il simbolo della possibilità in più, una nuova possibilità di avvicinarsi al mondo dei libri.

Torniamo al libro. Real il bassotto e Zia Sergunta è il primo libro di una collana. Avete già in mente i prossimi titoli?

Assolutamente sì. Il progetto prevede l’uscita di diversi libri in simboli. Il prossimo è previsto per fine marzo, inizio aprile. Si parlerà di viaggi, ci saranno tante parole belle, tante parole per viaggiare e sognare. Ma non dico altro altrimenti vi rovino la sorpresa.

Per finire, ci sono delle letture che ti senti di suggerire a chi si sta avvicinando per la prima volta alla CAA?

In internet ci sono davvero tante risorse, centri specializzati che parlano di caa. Si trovano diversi libri sia che parlano di CAA sia libri in simboli come il mio. Poi…

Poi…

Poi…ovviamente ovviamente consiglio a tutti di seguirmi, sia sul blog Mamma mi leggi una storia sia sulla mia pagina Facebook e Instagram di “Mamma, mi leggi una storia” dove parlo di libri in simboli, di lettura e di albi illustrati.

5 pensieri su “Real, il bassotto e Zia Sergunta, un’amicizia in CAA. Dialogo con la traduttrice Stefania Pessina

  1. Caspita, mi hai aperto un mondo davvero! Sono sempre stata attratta dalle diverse tipologie di comunicazione e l’idea di potermi accostare ad un linguaggio così universale con i miei bambini è stupenda! Approfondirò l’argomento

  2. Grazie Federica per avermi dato la possibilità di raccontare di questo libro che ho tradotto in simboli e del progetto che sto cercando di portare avanti.

  3. I complimenti a Stefania Pessina li ho già fatti sul suo blog, per l’innovativo progetto che sta portando avanti! Grazie anche a Stremamma che divulga questa bellissima iniziativa.

  4. Molto interessante, anche perché non conoscevo questo tipo di libri né, tantomeno, questo tipo di comunicazione. Sono molto curiosa e non vedo l’ora di sperimentarlo con il mio bimbo!

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