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Sofia Riccaboni: Mamma ha le rotelle racconta il suo Erasmus

Sofia Riccaboni: Mamma ha le rotelle racconta il suo Erasmus
Sofia Riccaboni e sua figlia Andrea
Una mamma, un Erasmus, un progetto ambizioso. Questi sono solo tre degli ingredienti che contribuiscono a descrivere l’esperienza vissuta in questi mesi da Sofia Riccaboni, 42 anni, madre di tre figli, studentessa universitaria, blogger e viaggiatrice. Fino ad aprile, come possiamo leggere nel suo blog Mamma ha le rotelle, Sofia starà in Polonia  presso l’Università Jagiellonian di Cracovia. La decisione di partire è nata da una sfida con il figlio più grande, studente di lingue partito alla volta degli Stati Uniti, ma non è la sola scommessa che l’ha portata a Cracovia. Sofia da diversi anni convive con la sclerosi multipla ed è arrivata nella capitale polacca anche con un altro progetto-desiderio: quello di scrivere una guida della Polonia dedicata al turismo accessibile.
Ma lasciamo che sia lei a raccontarlo in questa intervista, concessa tra una lezione, un post sul blog e un’escursione fuori Cracovia.
Sofia e Andrea
Come è nata l’idea di partire per l’Erasmus?

È stata una sfida con mio figlio di 22 anni. Lui aveva fatto domanda per andare a studiare negli Stati Uniti. Io ero iscritta al primo anno di magistrale. Mi ha detto “ma come? Tu non parti?’ E mi è venuta la (mal)sana idea di provare a fare domanda. “Tanto’ -mi sono detta  -‘con tutti i giovani che vanno in Erasmus e vogliono partire daranno la  precedenza a loro. Non me lo daranno mai” Invece sono qui.

Perché la Polonia?

Sono stata a Cracovia 3 anni fa per Natale e mi sono innamorata della sua atmosfera. Adoro le città del nord e dell’est Europa. Hanno tantissima storia e hanno saputo conservarla bene. E non l’avevo vista con la neve… dovevo rimediare! 

Oltre che per studiare, sei andata in Polonia anche per realizzare una guida su Cracovia accessibile. Come è nata questa idea e a che punto sei?

In realtà è un po’ una guida sulla Polonia. Nel senso che ci sarà una grande parte dedicata a Cracovia, dove vivo per 4 giorni a settimana. Nel resto dei gironi mi muovo per la Polonia. Così se una persona vorrà venire potrà anche fermarsi di più,  non 4 giorni a Cracovia e basta. 

Per realizzare la tua guida hai attivato anche una raccolta fondi. Come si può partecipare e come sta andando?

In realtà non la sto spingendo molto. Non mi piace chiedere soldi. Ma vedo che ormai se non fai una raccolta fondi non ti si fila nessuno! Si può partecipare via Facebook dalla mia pagina sofiamammahalerotelle oppure tramite Paypal. 

Quanto è importante oggi parlare di accessibilità?

In italia lo è sempre di più. Soprattutto perché tutti se ne riempiono la bocca e nessuno poi la pratica. Qui in Polonia non serve parlarne. È scontata. Quando chiedo da che parte entrare (capita raramente perché qui la segnaletica è eccezionale) mi guardano come se avessi chiesto una cosa stranissima. In genere la risposta è sotto ai miei occhi.

Con te in Polonia c’è anche la tua figlia più piccola, Andrea Chandra. Come vi siete organizzate per la scuola? 

Andrea fa homeschooling. La seguo io. Le do i compiti quando vado in università. Studiamo insieme.

Cosa speri che le resti di quest’esperienza?

Cosa spero che le resti? Tutto quello che vorrà portarsi via. Lo spirito di adattamento. La pazienza quando deve aspettare. Imparare a cominciare anche senza conoscere una lingua.

In questi mesi vivrete in un camper. Perché?

Due motivi. Il primo è che mi serviva un modo comodo e non faticoso per raggiungere la Polonia e spostarmi senza fatica. Il secondo è che trovare un appartamento accessibile non era semplice. E così abbiamo unito le due cose: una casa attrezzata con pedana e tutto quello che mi serve con le ruote per andare dove voglio. 

 Tu hai anche un blog che si chiama Mamma ha le rotelle. Come è nato e perché questo nome?

Il nome è la prima frase che ha detto mia figlia quando aveva 3 anni e mi ha vista per la prima volta in sedia a rotelle. Per lei ero semplicemente come la sua bicicletta. Aveva ragione : ho solo delle ruote. Sono forse un po’ “incosciente” ma almeno non vivo nell’ansia. Il blog nasce per raccontare quanto si può fare pur stando in sedia a rotelle. Perché quello che manca è informazione. E io cerco nel mio piccolo di farla. 

Quando hai deciso di intraprendere studi in ambito pedagogico e perché?

Quasi 5 anni fa. Ero appena stata licenziata. Per via della sedia a rotelle. A casa ferma non mi andava di stare. Questo dipartimento era vicino casa e mi avrebbe permesso un domani di seguire meglio mia figlia. Perché l’homeschooling era un mio sogno da tempo. 

Infine, la più classica delle domande. Cosa ti manca dell’Italia e cosa porteresti della Polonia in Italia?

Oddio. Se avessi il forno non avrei problemi. Avrei tutto. Della Polonia porterei in Italia il senso civico. Il rispetto delle regole.

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