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Quattro mostre a Bologna da vedere durante le vacanze di Natale

Quattro mostre a Bologna da vedere durante le vacanze di Natale

Le vacanze di Natale possono essere un’ottima occasione per andar per mostre. Almeno se si hanno a disposizione dei tempi un po’ più lunghi e rilassati del solito e se si rimane in città. Abbiamo trascorso questa prima parte delle vacanze natalizie a Bologna e ne abbiamo approffitato per vedere due mostre, Antropocene e Chagall Sogno e Magia, che avremmo voluto visitare da tempo. Durante queste vacanze di Natale, inoltre, è ancora possibile visitare Children e Un dinosauro americano a Bologna.

Chagall, tra sogno e magia

L’amata Bella, le favole, la Bibbia. Sono questi i fili conduttori della mostra Chagall, tra sogno e magia. Nelle sale di Palazzo Albergati è possibile, fino al 1 marzo, compiere un viaggio nell’arte e nella poetica dell’artista russo. Le opere esposte sono 160 e comprendono dipinti, disegni, incisioni e acquerelli. Io e i bambini abbiamo apprezzato molto le spiegazioni offerte dall’audioguida con cui la figlia di Marc Chagall ci ha condotto tra le opere esposte e svelato gli eventi più significativi del viaggio umano e artistico del pittore. Un’installazione multimediale permette di immergersi nel mondo dell’artista e le opere esposte donano un affresco del suo amore per la natura, per la cultura russa, la tradizione ebraica, in un vai e vieni tra bianco e nero e colori sgargianti.

Antropocene

Antropocene è il termine con cui diversi scienziati indicano l’epoca, la nostra, in cui la presenza e l’azione umana è la principale causa del cambiamento del pianeta. La mostra, allestita negli spazi espositivi del Mast, documenta l’indelebile impronta umana lasciata sul nostro pianteta a partire dalla metà del xx secolo. Gigantesche fotografie, installazioni in realtà aumentata, filmati conducono il visitatore in un’esplorazione in quasi ogni angolo del pianeta. Enormi macchine, discariche sterminate, foreste, immensi siti agricoli e industriali mostrano il cambiamento permanente. Ogni oggetto o fotografia in mostra può suscitare curiosità e inquietudine. Le immagini, realistiche e straordinarie, di Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier non possono lasciare indifferenti e costringono a una riflessione. All’uscita al visitatore viene chiesto di esprimere il suo stato d’animo. La mostra è stata prorogata fino al 5 gennaio.

Children

Tra le quattro mostre di cui parlo in qiesto post, Children è sicuramente quella che più mi ha colpita. Allestita nell’auditorium Enzo Biagi della Sala Borsa, Children è un viaggio nel mondo dell’infanzia. Le magnifiche fotografie di  Steve McCurry, Elliott Erwitt e Dario Mitidieri mostrano bambini e bambine in giro per il mondo, lontani tra loro nel tempo e nello spazio. Diversi eppure uguali. Nelle immagini, disposte in tre blocchi, uno per ciascun fotografo, trovano spazio il gioco e i diritti negati, i sorrisi e i conflitti, la povertà e il divertimento. Aggirandosi tra le grandi fotografie si viene travolti dall’incontro-scontro tra lo straordinario e la normalità. In un angolo un grande cartellone ricorda il diritto universale dei bambini alla spensieratezza e al gioco. Inaugurata in occasione della giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la mostra sarà aperta fino al 6 gennaio.

Un dinosauro americano a Bologna

Mentre scivevo questo post, il selvaggio si è raccomandato affinchè parlassi anche della “mostra del dinosauro“. Il riferimento, ovviamente, è alla mostra Un dinosauro americano a Bologna, allestita, fino al 12 gennaio, al Museo Capellini. La mostra è dedicata a Dippy, il Diplodoco, un gigantesco dinosauro di cui nel museo bolognese è conservata una delle dieci copie fatte realizzare da Andrew Carnegie. La mostra racconta la storia del ritrovamento di questo dinosauro, offre informazioni sulle sue abitudini e restituisce uno spaccato della fede nel progresso che caratterizzava il periodo a cavallo tra’800 e ‘900. La mostra è anche un’ottima occasione per scoprire la collezione Capellini, di cui il Diplodoco è solo il reperto più noto.

La mostra è prorogata fino al 6 gennaio 2020

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