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Antonella, una doula si racconta

Antonella, una doula si racconta

Non conoscevo il termine doula fino alla nascita del selvaggio. È stato allora che ne sentito parlare per la prima volta di questa figura. C’erano mamme che ne parlavano con entusiasmo, una stava seguendo un percorso per diventarlo, e altre che si mostravano scettiche. Quanto a me, pur non essendomi mai rivolta ad una doula, sono sempre stata affascinata e incuriosita da questa figura. Che sa di nuovo e antico, di pre e post moderno. Ho tenuto a lungo nel cassetto (vabbè, in una cartella del portatile) diverse domande, finchè qualche tempo fa, Antonella Giordano, doula e antropologa, ha accettato di rispondere ad alcune di queste.

Immagina di dover spiegare la figura della doula a chi non ne ha mai sentipo parlare. Come la descriveresti?

La doula è una figura antica e moderna allo stesso tempo: è la sintesi dell’aiuto che una volta veniva dato alle future mamme e puerpere. È un po’ come se fosse la madre della neomamma che le prepara il pranzo e si prende cura di lei affinché la neomamma si possa dedicare al suo neonato; è la persona di fiducia a cui la futura mamma può confidare tutte le sue emozioni senza giudizio; è l’aiuto in casa quando la neomamma vuole riposare dopo le fatiche del parto e si dedica a conoscere il suo piccolino appena nato. E molto altro, a seconda dell’esigenze specifiche della mamma.Se vogliamo una definizione più precisa e contemporanea, e adottata dall’Associazione Mondo Doula, si potrebbe dire che la doula è una figura professionale e sociale in supporto al cambiamento della donna e della famiglia nel processo di nascita nel nuovo contesto sociale.La doula è una figura che si occupa del sostegno emotivo e del benessere della donna e della famiglia dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino. Si basa sulla sua esperienza personale rielaborata nella formazione. Offre un sostegno tagliato su misura e confidenziale, nel pieno rispetto delle scelte delle famiglie che assiste. Offre ascolto, informazioni, orientamento e accudimento pratico. Aiuta la mamma ad essere protagonista delle sue scelte, ed essere più consapevole di quello che desidera e di come ottenerlo. Aiua anche il padre a prendere confidenza con il nuovo ruolo e ad essere supportivo per la madre.Inoltre crea una rete sociale e professionale intorno alla donna e alla nuova famiglia, collaborando con i professionisti del settore e con i servizi già presenti sul territorio.E soprattutto, la doula è l’aiuto su misura per la neomamma. Costruisce i suoi servizi a partire dai bisogni che esprime la neomamma.

Antonella Giordano, doula

La doula non è un’ostetrica e non fornisce servizi di tipo sanitario. Quali sono le altre principali differenze tra le due figure?

È importante ricordare che la doula non è una professionista sanitaria.Non tocca la madre se non per una carezza, per tenerle la mano o per un piccolo tocco per alleviare un po’ la tensione. La doula quindi non dà consigli medici e non fa diagnosi, né visite o interpretazioni di analisi. È una figura capace di empatia che da sostegno alle decisioni che prende la madre, qualunque esse siano. Durante il travaglio e il parto la doula può stare vicina alla donna e al suo compagno, come presenza rassicurante perché già conosciuta in precedenza. Noi di Mondo Doula stiamo vicino alle donne durante il parto solo in presenza di un’ostetrica. La doula può ricordare alla madre di respirare, può aiutarla a rilassarsi, a sentirsi capace, ricordandole la sua forza e assicurandosi che i suoi desideri siano rispettati. Si occupa anche di sostenere il papà, di farlo sentire competente e utile.  Questo è ciò cha accade durante il parto. Ma la doula si occupa anche della donna nel periodo della gravidanza e poi nel post parto.

Ostetrica e doula possono essere figure complementari?

Sì, come molte altre doule della mia associazione ritengo che si possa collaborare ed essere complementari. Da questa collaborazione può nascere un sostegno magnifico e a tutto tondo per il benessere delle madri, per rendere l’esperienza della maternità completa, finalmente vista e onorata come merita.

Concretamente, cosa fa una doula?

Quello che può fare una doula durante il parto l’abbiamo già accennato. Durante la gravidanza la doula si occupa delle emozioni della futura mamma, ascolta senza giudizio quello che prova e l’aiuta a riconoscere quello che sente e quello che vuole davvero, al di là delle pressioni sociali. Questo può essere molto utile quando la futura mamma deve prendere una decisione. Può accompagnarla alle visite se il papà non può, può tenere per qualche ora il figlio più grande se la futura mamma col pancione vuole riposare un po’, può aiutarla a rilassarsi e a connettersi con la sua creatura in grembo con meditazioni, visualizzazioni e strumenti creativi. Sembrano cose semplici, ma nella vita frenetica che facciamo oggi non sono così scontate e fanno la differenza. Ad esempio io come doula organizzo la cerimonia di Blessingway, un momento speciale per onorare la futura mamma in compagnia delle sue amiche care, che resterà per sempre un ricordo nel suo cuore e che servirà per darle forza durante il parto.Una volta nato il bambino la doula va a casa della neomadre e si occupa del suo benessere affinché lei si possa occupare del suo neonato. Quello del ritorno a casa è un momento delicato, di solitudine e tanti dubbi per molte madri, e avere qualcuno accanto che ti ricorda che ce la puoi fare è un aiuto importantissimo. Quanto sarebbe bello avere qualcuno che crede in te come neomamma? Nel tuo istinto? In quello che provi? Ecco che questo lo fa la doula, la quale concretamente può anche tenerti il bimbo il tempo necessario per farti una doccia, per mangiare seduta al tavolo, per dormire un’oretta. Ma attenzione a non confonderci con le tate: la nostra priorità è il benessere della madre. Per questo facciamo le cose che ho detto sopra, perché il nostro focus è sulla madre. Perché una madre serena renderà sereno anche il suo neonato.

Quando hai deciso che saresti diventata una doula?

Ho deciso che sarei diventata doula circa due anni dopo essere diventata mamma di Enea, il mio primo figlio. Con lui, nonostante fossi abbastanza preparata a livello teorico, ho vissuto momenti duri, legati soprattutto alla privazione di sonno, che hanno influito molto sul mio stato d’animo di neomamma. Ho sentito la mancanza di un sostegno emotivo, di qualcuno con cui potermi aprire veramente senza essere giudicata. Mi ricordo che ad un certo punto ho pensato: “ma nessuna mamma si dovrebbe sentire così!”
E ho deciso che avrei portato questo sostegno alle altre mamme diventando una doula.

Che percorso hai seguito?

Ho seguito il corso di formazione della durata  di 9 mesi dell’Associazione Mondo Doula,  che ha come obiettivo quello di ricreare un cerchio di condivisione femminile e di ridare potere al ruolo di madre, e al valore del servizio e dell’accudimento materni. Personalmente è stato un percorso molto bello a livello di crescita personale, mi sono confrontata con i miei limiti e pregiudizi per non portarmeli dietro quando sono con le madri che aiuto. Questo secondo me è essenziale per sostenere davvero le madri.
È stato un corso in cui non ci sono state insegnate un “insieme di tecniche” quanto piuttosto  un “esserci”, nei molti modi e sui molti piani in cui una doula può essere nella relazione con la futura madre.

Nel nostro paese, quella della doula non è una figura riconosciuta a livello istituzionale. Credi sia necessaria una regolamentazione? 

Sì, e questo è un percorso che Mondo Doula ha avviato nel 2017 trasformandosi da Associazione di Promozione Sociale ad Associazione Professionale per ottenere un riconoscimento professionale attraverso l’inserimento nelle liste del Ministero dello sviluppo economico (MISE) così come recita la legge 4/2013 che norma tutte le professioni non ordinistiche come la nostra. Credo che sia importante un riconoscimento per dare alla madri la certezza di rivolgersi a doule formate regolarmente e riconosciute, che sappiano relazionarsi con delicatezza, professionalità e senza pregiudizi, e senza valicare limiti sanitari.

 Sei laureata in antropologia. I tuoi studi hanno influito sulla tua scelta di diventare una doula?

Assolutamente sì! È partito tutto da lì, prima di diventare mamma io stessa, quando frequentavo il corso universitario in antropologia, una delle cose che mi affascinava di più era che le donne- in quanto mammifere- vivevano tutte lo stesso processo biologico del parto, ma la cultura faceva diventare molto diversa questa esperienza a seconda della società d’appartenenza. Restavo incantata ascoltando le lezioni in cui si parlava dell’esperienza della nascita nelle varie società, i rituali durante la gravidanza o nell’immediato post parto…credo che tutto ciò racchiuda una ricchezza infinita che mi ha sicuramente influenzata nel mio approccio come doula.

La figura della doula può essere associata a quella delle donne che, fino a tempi non troppo lontani, appartenevano alla sua rete sociale e in qualche modo si attivavano in un momento delicato come quello del puerperio?

Sì, infatti l’etimologia della parola doula è greca e significa “serva della donna”. La troviamo nei miti greci come quello di Alcmena, madre di Ercole, la cui doula era Galati, che aiutò la sua signora a partorire. Ma la ritroviamo in tutte quelle madri del passato che hanno aiutato le loro figlie quando diventavano neomamme, in quelle donne del villaggio che portavano piatti caldi, che facevano massaggi o che accompagnavano la neomamma al bagno rituale post parto.

La figura della doula è considerata, allo stesso tempo, una figura antica e nuova. Ci sono degli aspetti della contemporaneità che secondo te hanno contribuito alla scoperta o riscoperta di questa figura?

La scoperta o riscoperta di una figura professionale come quella della doula è sicuramente legata alla situazione sociale attuale. Considerando che il diventare madre è sempre stato un evento sociale collettivo, il fatto che adesso sia un evento non solo privato e individuale, ma anche molto solitario, è qualcosa di profondamente faticoso. Con la nostra presenza di doule cerchiamo di ricreare quel “villaggio” di cui si sente la mancanza.
Ho conosciuto madri che erano sempre sole con il proprio neonato, perché magari lontane dalle loro famiglie d’origine, con il marito a lavoro fino a sera, e con le amiche impegnate nelle rispettive vite. Questa è una condizione al limite dell’alienazione, soprattutto in un momento in cui bisognerebbe essere aiutate a riprendersi nel corpo e nello spirito.  Perché il corpo non solo ha dato il massimo nel parto (qualunque esso sia stato, naturale, cesareo, vaginale, operativo…) ma perché dopo la nascita inizia uno dei periodi più impegnativi della vita di una donna tra allattamento, sonno interrotto, cura di un neonato completamente dipendente…e ricostruzione di se stesse come donne e madri. 
Tutto questo se vissuto in solitudine è pesante, e possiamo permetterci di dirlo. Come doula accolgo proprio l’ambivalenza e le contraddizioni di questo periodo. Ma se tutto ciò è vissuto insieme a qualcuno che ci sostiene può diventare più leggero e godibile.

Nella tua esperienza, chi sono le donne che chiedono il sostegno di una doula? 

Le donne che chiedono il sostegno di una doula sono molto varie: può essere una mamma che ha i parenti lontani quindi si trova da sola ad affrontare la maternità, ma anche una mamma che ha i parenti vicini che tuttavia non l’aiutano come vorrebbe. Può essere una mamma al secondo figlio che vuole una mano per gestire l’arrivo del fratellino, una futura mamma che vuole sentirsi appoggiata nelle scelte che fa quando sente che non è sostenuta da nessun altro.

In linea di massima quanto costa una doula?

Non c‘è un costo unitario, perché varia a seconda di molti fattori (esperienza, domicilio, lontananza, notte, giorno, parto…). Consiglio di chiedere informazioni a ciascuna doula. Di solito si oscilla tra i 15 e 30 euro l’ora, con vantaggi economici per chi acquista dei pacchetti di più ore. Ma non voglio far torto a nessuno, conviene chiedere direttamente alla doula a cui ci si rivolge.

Il sostegno di una doula può essere “regalato” da un’amica o deve essere la neo-mamma a farne richiesta? 

Regalare una doula è possibile ed anche meraviglioso per chi la riceve! Perché questo dono presuppone un cambiamento di prospettiva importante: più sostegno concreto, meno cose inutili. L’amica (o la nonna) che regala una doula capisce il valore del sostegno (che magari vorrebbe dare, ma non può perché lavora) e non fa un regalo tanto per fare, comprando l’ennesima tutina o giochino, ma riconosce l’importanza del ben-essere più che dell’avere. Regalando una doula si fa anche un regalo su misura alla mamma: perché sarà lei che deciderà poi come e quando usare le ore regalate, scegliendo ad esempio di farsi aiutare in casa, ma anche nelle uscite, o nel bisogno più emotivo di ascolto. Mi è capitato di essere “regalata” ed è stato molto bello. Di solito si regalano dei pacchetti di ore, questo può essere un ottimo regalo se più amiche si mettono insieme così da ammortizzare la spesa regalando qualcosa di unico, utile e su misura.











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