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Stella e l’ultimo giorno di scuola

Stella e l’ultimo giorno di scuola

Anche per Stella è arrivato l’ultimo giorno di scuola. E lo ha accolto con un sospiro di sollievo e una discreta dose di malinconia.

A ottobre quando è iniziata questa inaspettata esperienza, aveva un’urgenza e una fifa multicolore. Quando ha deciso, in preda a un raro momento di incoscienza, di accettare la supplenza sperava di resistere quel tanto che sarebbe bastato a comprare un nuovo luccicante portatile, possibilmente anche un po’ trendy. E perché no, delle bellissime scarpe rosse con un tacco vertiginoso, anche se ancora non ha imparato come ci si cammina sopra.

A marzo aveva il suo nuovo computer, sospeso tra nostalgia del passato e un futuro difficile da intravedere, due paia di stivaletti neri bassi e un paio di scarpe bordeaux con un modesto tacco sei o sette dall’aspetto un po’ retrò. Ma soprattutto aveva la sensazione di star vivendo un’esperienza.

Quando il terrore ha lasciato spazio alla possibilità, Stella ha deciso di provare a non attaccare nessun aggettivo altisonante a quell’esperienza. Seguendo il saggio consiglio, ricevuto 20 anni prima o giù di lì da un amico ancor più saggio del consiglio, ha faticosamente cercato di vivere quel che le stava accadendo come “esperienza” senza spostare quotidianamente la lancetta agli estremi del continuum terribile-meraviglioso. Star lontana dagli aggettivi è stato una specie di esercizio di pazienza, anche se, a onor del vero, quando si è trovata catapultata in prima si è concessa la coppia “impegnativo-coinvolgente”.

L’ultimo giorno di scuola: un aggettivo per un’esperienza

Ora a esperienza conclusa finalmente è giunto il momento di scegliere un aggettivo qualificativo che riassuma tutti quelli che nei mesi scorsi le sono passati per la testa senza che uno, onde evitare voli pindarici e disastrose cadute nel girone dei falliti, venisse elevato ad un rango superiore. La scelta è caduta su un aggettivo banale e buono per tutte le occasioni: bello.

Stella è convinta di aver vissuto una bella esperienza, dove “bella” significa coinvolgente, arricchente, umanamente importante.

Probabilmente ricorderà la bellezza del mettersi in gioco e quella dello sguardo dei seienni, pronti a mettere in discussione anche le virgole, fare domande impertinenti e inaspettate ma comunque quasi sempre disposti a fidarsi. In quest’esperienza c’è la bellezza dell’inoltrarsi in un mondo sconosciuto in cui non è dato sapere se potrà tornare e quella di impegnarsi a imparare cose nuove che potrebbero non servire più.

In mezzo a tanta positività resta il dubbio di non aver fatto abbastanza e abbastanza bene e un velo di tristezza per il “signor no” con cui non è riuscita ad instaurare una relazione costruttiva. Ma stavolta Stella, prova a mettere davanti il bello e la possibilità di poter fare meglio la prossima volta se mai ci sarà.

Buone vacanze

L’ultimo giorno ha regalato ai “suoi alunni” una matita colorata e si è trattenuta dal somministrare loro uno spiegone sul significato simbolico della mina multicolore. Dieci minuti dopo aveva lo zaino pieno di disegni e letterine tracciate con quelle stesse matite dalle mine simili ma differenti. Nel riguardarle è stata assalita dall’ansia per i gruppi consonatici “gl” e “gn” non proprio digeriti all’unanimità ma soprattutto ha provato un grande senso di gratitudine.

In questo piovoso lunedì, Stella si è lanciata in mille impegni quotidiani. I figli a cui star dietro, gli esami da preparare, i richiami del suo vecchio mestiere, le vacanze da immaginare e pianificare. E per un istante ha fantasticato sul futuro, una roba che non faceva dai tempi dell’università.

Continua a ripetere che in valigia metterà solo romanzi e qualche saggio storico. Ma se la conosco abbastanza, tra i vestiti e i costumi finirà per sbaglio anche qualche manuale di didattica.

2 pensieri su “Stella e l’ultimo giorno di scuola

  1. Bellissimo racconto, mi ha emozionato! Dal titolo mi aspettavi che fosse l’esperienza di una bambina e invece leggere che è quella di una maestra è stata una bella sorpresa.
    Non è facile cercare di scacciare la tentazione di dare giudizi a se stessi o alle esperienze. Di fare valutazioni affrettate. Quindi apprezzo molto lo sforzo, e la coscienza con cui è stata vissuta l’esperienza e naturalmente il dono, che resterà sempre il ricordo dell’inizio e della fine della scuola e di un’insegnante speciale, come credo sia per tutti i bambini i cui insegnanti lasciano un impronta.

  2. È bello sapere come ci si sente dall’altra parte… Da mamma penso sempre alle emozioni di mio figlio ma leggere anche la prospettiva e l’esperienza di una maestra è molto bello..Complimenti ☺

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