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Ma il topino dei dentini come fa?

Ma il topino dei dentini come fa?

Stamattina il selvaggio ci ha svegliati con un bellissimo sorriso a due finestrelle: il topino dei dentini, nonostante l’emergenza, ha raccolto i denti caduti (uno suo e uno di sua sorella) e lasciato al loro posto delle monete. Era preoccupato ieri sera il selvaggio! “Il topino dei dentini non è in quarantena, vero?” ci ha chiesto, intimorito che l’impossibilità di spostarsi potesse estendersi anche al magico roditore.

Questa però è solo l’ultima di una sfilza di domande che si pone ogni volta che un dentino inizia a dondolare. “Come fa il topino a sapere dove dormo?”. “Dove mette i dentini?”. “Cosa fa con tutti i dentini?”. Quesiti che mi spingono a pensare che possa avere un futuoro da filosofo, giornalista o dirigente della Digos. O da scienziato. ” È la scienza. Curiosa, irriverente, implacabile” ha commentato una volta un astrofisico.

Tali domande non potevano che solletticare anche la mia curiosità. Mi è stato consigliato, per togliermi d’impiccio, di leggere Ernest e Celestine. In attesa di seguire questa preziosa indicazione, sono andata qua e là (solo sul web ndr) alla ricerca di informazioni su questo personaggio che ha popolato anche la mia infanzia.

A casa nostra, il topino preleva il dente caduto da sotto il cuscino mentre chi lo ha perduto dorme. Ma c’è chi lascia il dentino dentro un bicchiere o in qualche rientranza di un muro.

Il topino dei dentini e i suoi cugini

Il topino dei denti ha sicuramente un cugino iberico. In Spagna è noto come Ratoncito Perez. Si tratta di un personaggio nato dalla penna del gesuita Luis Coloma. Il religioso era consigliere del re e gli fu affidato l’incarico di scrivere un racconto per Alfonso VIII. . Fu così che inventò la storia di un topolino che, abitava in una scatola di latta, in una pasticceria e certe notti si intrufolava nel palazzo reale e nelle case dei bambini per prendere i dentini in cambio di un soldino. La storia, di cui esiste anche una traduzione in italiano, è talmente amata che a Madrid esiste anche un nuseo dedicato al piccolo Perez.

Perez è un personaggio di fine’800, ma la tradizione di “far sparire” i denti da latte sembra essere molto più antica. Si narra che in diversi paesi europei ci fosse la tradizione di sotterrare i denti da latte e ricompensare i bambini al sesto dentino. Questa usanza potrebbe essere riconducibile alla paura che streghe e demoni potessero impossessarsi dei denti dei bambini e far loro del male. Nascondere o far sparire i dentini poteva essere quindi un modo per metterli al sicuro e non farli cadere nelle grinfie dei cattivoni.

Pur con innumerevoli varianti, in moltissimi paesi esistono leggende e riti domestici legati alla caduta dei denti da latte, evento che ancora oggi conserva un valore simbolico nel percorso di crescita dei bambini. E allora c’è chi lancia il dentino in un falò e chi sul tetto, chi lo nasconde sotto la terra e chi lo getta dalla finestra. Throw Your Tooth on the Roof: Tooth Traditions from Around the World, è un’atlante illustrato delle usanze legate ai denti da latte. Scritto da Selby Beeler  e illustrato da Brian Karas, si tratta di un libro su cui prima o poi spero di poter mettere le mani.

Anche in Italia, però, non in tutte le case passa il topolino. Il simpatico roditore, infatti, spesso deve cedere il passo alla fatina dei dentini. Nel suo   “Le Petite Souris, Marie-Catherine D’Aulnoy, autrice francese meno nota ma non meno prolifica di Perrault, racconta la storia di una fatina che si trasforma in topolino per aiutare una regina a sconfiggere un malvagio sovrano. Dal secondo’600 a oggi, naturalmente, anche la fatina dei dentini ha assunto più vesti ed è stata protagonista di molte avventure.

La fatina però non è la sola concorrente del topino. In alcune zone ad, esempio, ad appropriarsi nottetempo del dentino caduto in cambio di una moneta è una formica, in altre, invece, Sant’Appolonia, martire del terzo secolo e protettrice dei dentisti.

Tutto questo parlar di denti mi ha fatto tornare in mente il “fammi crescere i denti davanti” di una vecchissima canzone dello Zecchino d’Oro.

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