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Le cose di Lu

Le cose di Lu

Febbraio è passato. Febbraio è uno dei mesi di Lu. Sarà perché ha nevicato e la neve è una cosa di Lu. Sono poche e sono tante le cose di Lu.

Quando Lu è nata senza respirare il mondo non aveva niente di suo. Mancavano due mesi alla ddp e non avevamo comprato nulla che fosse solo suo: non una tutina, non un bavaglino. Non lo abbiamo fatto neppure quel giorno, da quel mondo parallelo in cui ero precipitata, non ho chiesto a nessuno di comprare una tutina extra small per salutarla. Un’ostetrica gentile ne ha recuperata una in reparto. Tutta rosa.

Più tardi ho messo le cose di Lu in un angolo dell’armadio. Non erano proprio cose di Lu ma cose del tempo con Lu: due vestitini un po’ sformati dalla pancia che cresceva, un paio di ballerine lilla, una carpetta rossa con tutti i documenti che non ho mai avuto il coraggio di aprire.

In un cassetto, accanto al test di gravidanza, ho riposto un bellissimo quaderno. Me lo ha regalato il suo papà per annotare i pensieri dei giorni più bui.

Solo più tardi, molto più tardi, quando il cielo è tornato sereno ho iniziato a compare le cose di Lu. A Caltagirone ho preso una farfalla di ceramica che ho appeso in cucina, tra le foto di famiglia.

A Taormina, ho comprato una borsetta di pelle con le farfalline applicate. A Iglesias, in una bancarella, ho preso una collana d’argento e sughero con una gigantesca farfalla e un ciondolo a forma di bambina, con gonnellina svolazzante e cappello.

Ho un bracciale da cui pendono un angelo, un cuore, una stella. Ho comprato orologi di plastica e gomma, ritornati direttamente dagli anni’80, con stelline e cuoricini. E pure una tovaglia con le farfalle che userò la prima volta che potrò invitare a cena un’amica speciale.

Tra le cose di Lu, ce n’è una a cui sono particolarmente legata. È una bambolina portachiavi Playmobil, una principessa o una regina non so. L’ho comprata al Playmobil park di Norimberga, al termine di una giornata spensierata. L’ho presa proprio prima di uscire dal negozio, quando già il maritozzo stava pagando i giochi scelti dal trio.

Appena arrivata in albergo, l’ho appesa allo zainetto milleusi: quello del mare, delle vacanze, dei giri in bici, del “oggi non mi va di prendere la borsa”. A dire il vero, ora è un pochino malandata: ha perso qualche pezzo e qualche altro è stato attaccato con la colla.

Ogni tanto in casa scatta l’allarme generale: “manca un pezzo della bambolina rosa!” E tutti, chi con premura, chi sbuffando, si mettono alla ricerca del pezzo mancante, nella speranza che non si sia smarrito per strada o chissà dove.

Quest’estate, dopo una giornata di mare, sembrava sparita nel nulla. Ho messo sotto sopra la macchina. L’operazione ha fatto riemergere dagli angoli più oscuri della vettura: pezzi di biscotto, mascherine potenzialmente letali, giochini vari, penne, matite, pennarelli, pagine di Topolino, oggetti non identificati. La mia bambolina è saltata fuori quando già avevo perso le speranze.

Quando l’ho trovata ho sorriso. Saperla in mezzo al disastro che (non si dovrebbe, lo so) teniamo in auto in vacanza mi ha riempito di un misto di tenerezza e nostalgia. Per un’istante, il puzzle ha avuto il suo pezzo mancante.

9 pensieri su “Le cose di Lu

  1. Questo post è molto bello e profondo, mi è scesa una lacrimuccia lo ammetto. Ti mando un abbraccio fortissimo stritoloso

  2. Abbiamo tutti un dolore dentro il cuore che ci portiamo dietro per sempre. Il tuo è uno dei più grandi e profondi e smisurati, dolore che nessun genitore dovrebbe attraversare. Mi unisco agli abbracci che sono sempre bella cosa.

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